15/12/2009 | City Winter (Italia)



Quotidiano City
numero speciale City Winter
Intervista di:
Donato Ramani

Il Pongo e la Gioconda
Dei lavori di Marco Pece, in arte Udronotto, ne ha parlato The Sun, The Indipendent, l'AD russo,
riviste brasiliane e olandesi. Il suo ritratto di Barak Obama è stato giudicato il terzo miglior lavoro dalla rivista Time tra quelli che su Flickr, celebravano l'immagine del loro "uomo dell'anno". Proprio su Flickr, del resto, ha cominciato a farsi scoprire dal pubblico degli internauti. Pece , torinese, classe '53, è un artista del LEGO. Le sue opere, divertenti e curiose sono visibili tutte sul suo sito: www.udronotto.it
Ci racconti: tutto è iniziato...
Con la pittura, che ho sempre praticato. Mi interessavo in particolare del concetto di tridimensionalità. Nel 2007 ho cominciato a lavorare con il LEGO, come nuovo medium espressivo.
La Gioconda. L'ultima cena, L'urlo, La Marilyn di Warhol. Lei ricostruisce quadri famosi. Perchè?
C'era soprattutto all'inizio, un intento divulgativo, da appassionato d'arte quale sono. Tutto nato dal bisogno di appropriarmi di quel mondo, rivisitandolo e in qualche modo trasformare quella magnificenza in un messaggio semplice e immediato. Il LEGO ha avuto questa funzione. Oggi è diventato, semplicemente, il materiale con il quale mi esprimo. Riproducendo quadri famosi, immagini celebri prese dai film ma anche scene della mia quotidianità.
Come costruisce i suoi lavori?
Dipende dall'immagine. Alcune sono costruite interamente con il LEGO e sono il frutto di un singolo scatto. Altre invece richiedono molte foto che io sovrappongo ed elaboro al computer per arrivare al risultato finale. Spesso è un problema di dimensioni di prospettiva: devo costruire i diversi oggetti del set in LEGO per portarli poi alla dimensione giusta semplicemente perchè non esistono mattoni piccoli abbastanza. Per il lampadario de "I coniugi Arnolfini" per esempio, ho fatto così. E anche ne "Lo sposalizio della Vergine" i personaggi sono aggiunti con una foto alla volta. Non sarebbe stato possibile fare altrimenti.
E per le scenografie e i costumi?
Le scenografie sono in LEGO, come l'aereo della foto da Casablanca o il Colosseo che appare nella ricostruzione di Vacanze Romane. I costumi li faccio io, così come le parrucche dei personaggi che, a volte, assieme agli stessi abiti, sono fatte di Pongo. Per costruire il tutto, comunque, ci vuole tempo: del resto una singola opera può richiedere più di una settimana di lavoro.

12/11/2009 | 365 x leukedingendoen (Olanda)

Libro 365 x leukedigendoen
MO'MEDIA editore (Olanda)

12/10/2009 | Libro "A Arte de fazer Arte"

Libro: "A Arte de fazer Arte"
Editora Saraiva - Brasile

Testo che accompagna le immagini:

Brinquedos criados a partir de obras de arte tambem sao bem interessantes.
Repare na riqueza de detalhes presente neste brinquedos.







01/09/2009 | Rivista russa AD Architectural Digest


Rivista AD Architectural Digest

Il testo in russo si può leggere cliccando
sulla fotografia

01/07/2009 | Rivista brasiliana Super Interessante


Rivista Super Interessante

Relendo os Classicos

O italiano Marco Pece se especializou em montar versoes em LEGO de classicos da pintura. Ele ja prestou homenagens a varios mestres, mas sua obra mais conhecida è a Mona Lisa. E o artista nem precisou recriar o sorriso enigmatico.

18/05/2009 | Rivista olandese Kidsweek junior


Rivista Kidsweek junior


De plaatjes die de Italiaan Marco Pece maakt, zijn niet zo origineel, want hij maakt bestaande schilderijen na. Maar de manier waarop hij dat doet is wel superorigineel: met LEGO! Hit zit soms uren te puzzelen om alle LEGO-stukjes op de goede plek te krijgen. Als hij er een mooie foto van heeft gemaakt, ruimt hij alle LEGO-blokjes weer netjes op.

10/07/2009 | Rivista mensile Accazine n° 3 giugno 2009


Il blocco dell'artista
Articolo rivista on line Accazine

Sono piccoli, gialli, determinati a portare agli estremi confini della terra il loro messaggio concettuale. Sono gli Udronotti, come tanti lillipuziani snodabili invadono il pianeta risoluti a portare a buon fine la loro missione, quella di inoculare il germe della creatività, della consapevolezza artistica del potere dell’immaginazione… Presuntuosi?
Beh guardandoci un po’ in giro diciamo che sono in pochi i paladini strenui difensori dell’Arte e molto spesso ci si sente dire che l’arte è molto lontana dalla realtà, non ci tocca più da vicino, e allora perché non fare leva sul “fanciullino” che alberga dentro di noi per raggiungere fini alti e nobili e cioè quelli della divulgazione artistica.. Magari ci sarà capitato di vedere delle opere2 (perché sono opere di opere) di Marco Pece, classe 1953 alias Udronotto, un talento tutto made in italy.
Inizialmente affianca alla sua normale attività lavorativa la passione per la pittura, poi comincia ad interessarsi di un nuovo mezzo, i mitici mattoncini costruttori del cosmo, i Lego. I personaggini si ritrovano nei contesti più desueti; ambientazioni davvero molto familiari a chi dovrebbe occuparsi di arte, allestimenti che lasciano sbalorditi per la minuzia dei particolari: si vedono campeggiare questi omini gialli (diciamocelo pure, però, dall’espressione un po’ ebete!) travestirsi a turno, dal sorriso (per niente enigmatico) della Gioconda ad un fiducioso Quarto Stato che si incammina verso il sol dell’avvenire, per arrivare anche ad una piccola testa di plastica emergente dal pavimento, omaggio a Maurizio Cattelan.
Ma gli Udronotti, degna prole di Pece, non arrestano la loro “ondata eversiva’’ soltanto all’ambito strettamente artistico, addomesticano anche il campo cinematografico, così non sarà insolito trovare un epico Humphrey Bogart salutare davanti ad un aereo Ingrid Bergman.
Queste fotografie di allestimenti (adatti dagli 0-99 anni) raggiungono davvero
chiunque, dal bambino che guarda stupito i suoi “attrezzi del mestiere” espressi nelle forge più incomprensibili, all’adulto che risvegliato da nostalgici ricordi dell’infanzia viene spinto a riflettere che l’arte non è poi così tanto lontana dall’essere un gioco, gioco che inteso alla maniera del bambino è una cosa serissima.. Quindi non ci resta che dire grazie a Ole Kirk Christiansen per averli in-
ventati questi versatili mattoncini e Marco Pece di averne fatto un uso genialmente improprio!
Ilaria La Magna

20/05/2009 | Mostra Lego e l'ego - La Spezia

Presentazione Valerio P. Cremolini

Con piacere ho condiviso con l’amico Filippo Lubrano l’originalissima mostra di Marco Pece-Udronotto, artista torinese conosciuto di recente, la cui creatività ritengo interessante e degna di attenzione. La sua personale è la proposta n.50 censita dal piccolo e prezioso spazio del foyer del Centro Allende ed è la prima volta che i Lego sono protagonisti alla Spezia di una rassegna d’arte.
Non scopro nulla nell’affermare che la diversità di materiali utilizzati dagli artisti nel secolo scorso è un aspetto che caratterizza massicciamente l’arte contemporanea e l’impiego dei più inattesi materiali ha sconcertato fin dai primi decenni del 900. Oggi ci siamo abituati ed è certamente minore la nostra sorpresa dinanzi alle più eccentriche installazioni proposte nelle più importanti kermesse internazionali. Non vorrei semplificare, rivolgendo lo sguardo ad anni passati nel richiamare, ad esempio, le irriverenti proposte di Marcel Duchamp, le stranote scatolette di Piero Manzoni, il down, esposto da Gino De Dominicis alla Biennale di Venezia del 1972.
L’impiego di materiali non convenzionali ha innegabilmente sortito l’effetto di caricare di espressività l’opera d’arte, il cui processo interpretativo si è enormemente dilatato. Vittorio Sgarbi, premettendo che “Duchamp ha sfidato ogni significato dell’arte, ogni certezza”, asserisce che “una spiegazione vale l’altra e gran parte della critica appare inspiegabile”. Le pagine della ricerca artistica degli anni post-bellici censiscono innumerevoli opere, nelle quali i materiali utilizzati hanno una ineludibile valenza simbolica. Sono lavori che quando non hanno scandalizzato, quasi sempre hanno stupito.
La creatività artistica, per rapidi accenni, si è giovata, tra l’altro, di sacchi logorati, feltri, fibre vetrose, plexiglas, ferri arrugginiti, di acqua, plastica e catrame, di tubi al neon e televisori, di alberi (Beuys), cavalli (Kounellis), caramelle (Felix Gonzales-Torres ), sangue (Marc Quinn), cetacei (Damien Hirst); di un letto sfatto (Tracey Emin), del corpo umano (Marina Abramovic, Gina Pane,Vanessa Beecroft), di manichini (Cattelan). Il tutto mirato all’affermazione di una sintonia tra l’opera e lo spettatore, su cui l’opera esercita silenziose seduzioni.
Con Marco Pece-Udronotto c’è posto anche per i Lego e non è per nulla banale la dichiarazione dell’artista di unire alla sua elaborazione, che a prima vista appare un gioco alla portata di tutti, una funzione lodevolmente divulgativa delle opere di grandi maestri. In particolare l’artista ha legato la sua operosità a Leonardo, Raffaello, Van Eyk, Vermeer, Magritte, Hopper, Warhol, Haring, ecc.
Il nome Lego, attribuito al mattoncino danese, sta per “Leg Godt”, cioè “gioca bene”. La parola Lego, allude all’azione del legare e dell’unire. Unire per costruire e ricostruire. Questo è il comune esercizio svolto quotidianamente da milioni di bambini tutto il mondo ed anche da chi bambino non lo è più. Nel 2000 il Lego, che ha poco più di mezzo secolo di vita, è stato dichiarato, anche per gli aspetti educativi, gioco del secolo e l’inventore Ole Kirk Christiansen è davvero passato alla storia.
Pece non è il solo ad utilizzarli. Anche un artista romano, Stefano Bolcato, ne fa uso per rielaborare fatti di cronaca. Inoltre, l’ho appreso leggendo un servizio su “Avvenire” del 5 ottobre 2006, che avevo conservato, quasi presagendo che un giorno mi sarebbe stato utile, il californiano Brendan Powell Smith, “ha ricostruito in oltre 4000 episodi la Bibbia”, peraltro con valutazioni di segno opposto, cioè per alcuni è un geniale, per altri è un blasfemo.
Che cosa spinge Udronotto, ora lo chiamo così ritenendo che sia il doppio di Marco Pece, a replicare i dipinti di famosissimi artisti? Certamente il desiderio di sentirsi partecipe di quelle opere tanto importanti, di viverle direttamente nel ricostruirle diligentemente nella loro tipica espressività e nei puntuali dettagli compositivi (ambiente, abbigliamento, oggetti, colori, ecc.). Non mi pare ci sia abuso di ironia né il tentativo di ridimensionare il valore di quelle opere; se mai, esattamente l’opposto.
L’artista Stefano Bolcato, poc’anzi citato, sostiene che quello che lo attrae è la possibilità di giocare nella rappresentazione e ritengo che anche Udronotto non escluda dalla sua esigente operatività, che impone un occhio vigilissimo nel carpire i particolari dell’opera, una buona dose di divertimento.
Il procedimento non finisce qui. Alla ricostruzione del dipinto segue la sua fotografia, rielaborata successivamente al computer. L’opera nella sua materialità svanisce (ed è un peccato) e la breve durata diventa una peculiarità dei lavori eseguiti con i Lego, che perseguono la loro immediata riconoscibilità. Come nella performance, è la fotografia che lascia la concreta testimonianza di questa singolare operatività.
Il repertorio di Udronotto comprende la ricostruzione di dipinti, fotografie, scene di films (Casablanca, Vacanze romane, Il laureato, Blues Brothers); è recente lo straordinario ritratto di Barak Obama, pubblicato nel dicembre scorso sul Time. Altrettanto eccellente è l’omaggio che Udronotto ha dedicato alla Spezia, con la riproposizione della sua modernissima cattedrale.
Merita considerazione il testo di Filippo Lubrano, intelligentemente giocato sull’ambigua assonanza fra Lego e l’Ego, termine della psicoanalisi che definisce l’Io, secondo Freud uno dei tre aspetti (gli altri sono l’Es e il Super-Ego) della psiche umana. Tema che Lubrano affronta sin dall’inizio del suo contributo affermando che “l’Ego è costruzione quotidiana, lunga, faticosa, ma anche divertente”, una lenta costruzione che parte dalla nascita della persona e conduce gradualmente alla conquista della personalità. Nei Lego di Udronotto c’è l’Ego di Udronotto, di cui non possiedo elementi per esplicitarlo. Credo, comunque, di poter affermare che la sua “Little Art”, caratterizzata dal paziente e meticoloso mettere insieme secondo una precisa logica progettuale, ci consegni un artista molto libero e, a mio avviso, ottimista.
Lo sguardo di Marco Pece-Udronotto è proteso a possedere la grande arte del passato e del presente, rifiutando artificiosi intellettualismi, per traguardare una libertà stilistica, che non contraddice il suo temperamento, che si esprime con l’ineludibile vivacità creativa fusa tra i variopinti mattoncini danesi.
Valerio P.Cremolini

13/05/2009 | Mostra personale La Spezia












Periodo dal 20 al 30 maggio 2009

Inaugurazione
mercoledì 20 maggio alle ore 18 presso il Centro Salvador Allende
Viale Mazzini 2 La Spezia

orari:
da martedi a sabato
9.00 - 12.00 / 14.30 - 18.30


L’Ego - Costruzioni
L’Ego è costruzione quotidiana, lunga, faticosa, ma anche divertente. Il frutto del lavoro giornaliero è una personalità che ci rende unici, sebbene ci riconduca a modelli, altre personalità che hanno influenzato le nostre esistenze, resistenze e persistenze.
In questo senso, i lavori del Pece sono costruzioni, prima ancora che ri-costruzioni: non mirano ad imitare, ma a rivisitare, contestualizzando, il senso profondo delle opere da cui prendono linfa.
Nei suoi lavori, i mattoncini rappresentano per il Pece il solo sostrato, che l’artista pialla, rassetta, adatta con l’utilizzo dell’apparecchio fotografico e della rielaborazione al computer, ridando senso, forma e proporzioni secondo l’intento iniziale.
Così è anche per il lavoro site-specific pensato per la mostra dell’Allende: una splendida rappresentazione della Cattedrale della Spezia, che già è simbolo di una città sempre più alla ricerca di una propria identità.
Ancora: Lego, e l’Ego. L’apostrofo che fu rosa per sottoporsi a dichiarazioni d’amore, oggi si fa liana tra il serio ed il faceto, in nome di un marchio che per una certa generazione ha brevettato un pezzo d’anima. E ponte, da costruire amalgamando mattoncini e personalità.
(Filippo Lubrano)

10/03/2009 │intervista Bizzarro Cinema

Lego Art – Intervista a Marco Pece aka Udronotto
Scritto da Alessandra Sciamanna

Di cosa si tratta Arte

In breve Grandi capolavori dell’arte e famosi frame cinematografici riproposti in versione Lego. Abbiamo intervistato il “responsabile” Marco Pece in arte "Udronotto".

Le sue creazioni stanno facendo il giro del web, eppure tutto nasce da un’idea semplicissima: riproporre i capolavori dell’arte sotto una luce completamente nuova e, se vogliamo, più immediata. L’artista torinese Marco Pece, anche noto sotto lo pseudonimo Udronotto, ha fuso insieme due passioni, quella adulta per la pittura e l’arte e quella infantile per i mattoncini Lego. L’ibrido così ottenuto è spiazzante, divertente e, in alcuni casi, grottesco: la Gioconda, per esempio, non ha mai sorriso in maniera così insolita…

continua su: Bizzarro cinema


16/02/2009 │ Europocke TV

video


La Mona Lego Lisa


Seguro que alguno de tus recuerdos de la infancia viene acompañado de una tarde jugando a hacer tus construcciones con LEGO. Este juguete danés ha conquistado todo el mundo… ahora los legos se han convertido en los protagonistas de algunas de las obras de pintura clásicas mas famosas de la historia. Ha sido gracias al artista italiano Marco Pece. La Mona Lisa o la última cena de Da vinci son algunos ejemplos. El señor Pece ha decidido cambiar las paletas de pintura por las genuinas piezas de lego… Toda una curiosidad muy pop art.

10/02/2009 │ Daily Mail

Intervista al Daily Mail

Brick Art: The Mona Lisa (and other masterpieces) made out of Lego By Niall Firth

In Leonardo Da Vinci's original Mona Lisa, the painting's subject stands quietly alone, hands folded, with that famously enigmatic smile gently playing around her lips.
But in a bizarre new version of the timeless masterpiece - made entirely out of Lego - the expression has become a cheerful smirk while her carefully shaded skin tone has been replaced with a uniform sheen of yellow.
This rather odd take on the classic artwork is the idiosyncratic hobby of Italian artist Marco Pece, who uses the iconic plastic bricks to recreate versions of the world's great paintings.
But whether his creations do justice to the originals or not, the former banker has become an internet hit with his instantly recognisable Lego versions of the classics.
Tens of thousands of people from around the world have viewed the modern interpretations of the classic works made out of the simple plastic bricks.
He posts his work on Flickr under the pseudonym Udronotto.
The former bank worker has recreated Da Vinci's Last Supper, with Christ and his disciples suitably attired and bearded.
While he has done his best to capture Mona Lisa's famous enigmatic smile his use of the distinctive yellow-faced Lego characters to recreate Grant Wood's American Gothic is considerably more effective.
Marco, 55, has also redone Vermeer's Girl with a Pearl Earring and Edward Hopper's Nighthawks in his own inimitable style.
But Marco has also come right up to date by recreating contemporary Scots artist Jack Vettriano's Bluebird classic, complete with a Lego car.
The artist gave up his job in a bank three years ago to concentrate on his Lego interpretations of existing masterpieces.
He said: 'I wanted to combine my love of art with a modern and unusual expressive technique.'These reconstructions are done with a lot of attention to detail using Lego materials.'The various stages of reconstruction are photographed individually then combined on a computer.'He added: 'A reconstruction in Lego usually takes me about nine days in total.'I have taken part in five exhibitions and have sold several photos of my work and this is because of the success I've had on the web.

01/01/2009 │ Time

L’edizione del Time che proclama come uomo dell’anno Barack Obama pubblica l’immagine del mio mosaico Lego raffigurante il neo eletto presidente americano.

Riprendono l’articolo:

Il Corriere della sera
Alla rivista cartacea, in edicola da giovedì negli Usa con la copertina di un Obama stilizzato dall'artista di strada Shepard Fairey, si aggiungono gallerie fotografiche e video sul sito Time, grafici interattivi con la storia della scelta dell'uomo dell'anno (poi sostituito con il più politicamente corretto persona dell'anno) e approfondimenti sulla procedura per scegliere il riconoscimento e sugli altri personaggi presi in considerazione. Particolare spazio viene dato, nel caso di Obama, al fenomeno d'immagine che il presidente eletto ha rappresentato nel corso dell'anno in tutto il mondo, con una rassegna di scatti e opere d'arte pubblicati sul sito Flickr: tra le trenta opere migliori prescelte da Time, al terzo posto figura l'italiano Marco Pece, autore di un Obama realizzato con i mattoncini del Lego.

Panorama
Ci sono ventisei scatti inediti di un Obama sorridente e scanzonato al college, con cappello in testa e sigaretta in bocca, ritratto nel 1980 da una compagna di corso. E una valanga di immagini inedite dell’Obama di oggi, creata selezionando oltre 100.000 foto pubblicate nel corso del 2008 sul sito di condivisione Flickr tra cui, al terzo posto, una dell’italiano Marco Pece, autore di un Obama fatto con i mattoncini del Lego.

16/11/2008 │ Mostra Milano

“Skull 3, la processione continua”, mostra collettiva di arte contemporanea, Revel scalo d’Isola Wannabee gallery in collaborazione con REVEL scalo d'isola presenta: SKULL collettiva di arte contemporanea
da martedì 16 a giovedì 25 settembre 2008
orari: 11:00 - 15:30 e 18:00 – 22:00
Revel, via Thaon de Revel 3, Milano
Finissage giovedì 25 settembre 2008 dalle 18 alle 24
La neo-nata collaborazione tra Artepensiero e Wannabee Gallery, inaugura durante la settimana della moda a Milano la stagione autunnale di manifestazioni artistiche e culturali del Revel scalo d’Isola.
Venticinque opere che spaziano dalla scultura alla visual art, dalla pittura all’arte digitale rendono omaggio in maniera irriverente al teschio, una icona che, a partire dal celebre teschio ricoperto di diamanti di Damien Hirst, capofila dei cosiddetti Young british artists, ha invaso il mondo della moda e dell’arte contemporanea.
Durante il finissage Valentina Chiappini e Xabier Iriondo si esibiranno in una “tombale” performance pittorico-musical

20/06/2008 │ Mostra Biella

“Skull: return to sender”, mostra collettiva di arte contemporanea, Zaion gallery.

01/06/2008 │ Best of Europe del Reader’s Digest

Best Lego artist
Brick by brick
Italian artist Marco Pece, 55, loves Lego.
Using the ubiquitous bricks, he has recreated his favourite paintings, photographs and film scenes.
His version of Edward Hopper’s iconic Nighthawks captures all the atmosphere of the brooding original with a huge dose of Italian mischief.
He also treated to a plastic makeover Da Vinci’s Mona Lisa and Robert Doisneau’s famous Parisian kiss.
“This is pure genius,”writes one Italian fan. “I’d spend my days playing with Lego if I could.
” See more of Pece’s funcreations at: flickr.com/photos/Udronotto

15/05/2008 │ Mostra Milano

“Skull: return to sender”, mostra collettiva d’arte contemporanea, Wannabee gallery.
Preview ed inaugurazione:
Giovedì 15 maggio dalle ore 18 alle 21
Stop alle mode nell’arte: è questo il senso della collettiva di 17 artisti che si inaugura giovedì 15 maggio. “Skull: return to sender” ha il fine polemico di distruggere l’inflazionata icona del teschio nella società e nell’arte contemporanea

21/02/2008 │ Mostra Torino

“L’uomo e L’Ego”, mostra personale d’arte contemporanea, Spazio Qbo Architetti Associati.
L’intenzione è quella di presentare nello stesso spazio espositivo due esperienze visive frutto del lavoro di artisti che vivono e lavorano a Torino: Alessandro Antonello e Marco Pece.
Già attivi nella collaborazione su alcune opere a quattro mani (2001) ora espongono le proprie traiettorie di lavoro. Ecco così raccolta parte della loro produzione recente: dai quadri ad olio di studio sulla ritrattistica di Alessandro Antonello, fino alle fotografie di installazioni con materiale Lego Bricks di Marco Pece.
Un incontro (poco) casuale di rappresentazioni artistiche divergenti nelle tecniche e nelle tematiche, per offrire all’osservatore una breve ma nutrita immagine di arte contemporanea.
Mirko Bretto

01/02/2008 │ Rivista mensile News in Action

Chi può dire di essere immune al fascino dei Lego? Noi di sicuro no! I mitici mattoncini colorati hanno caratterizzato la nostra infanzia, permettendoci di dare sfogo “concreto” alla nostra creatività.
C’è però chi è andato oltre, incurante dell’infanzia ormai passata, continua ad utilizzare i mattoncini: per scopi più aulici, però. Marco Pece alias Udronotto, ricrea opere d’arte celeberrime proprio con i Lego! E lo fa meravigliosamente bene: Gli abbiamo chiesto di spiegarci da dove nasce questa passione e perché ha deciso di dedicarsi a una forma d’arte tanto particolare. Ecco cosa ci ha risposto.
“Perché Lego? Il tutto scaturisce dall’esigenza di appropriarsi del mondo dell’arte, rivisitandolo e trasformando la sua magnificenza e aulicità in semplicità e immediatezza di messaggio; per esprimere questo ho pensato a qualcosa che fosse molto riconoscibile come un gioco. Il passo seguente è stato quello di utilizzare i mattoncini Lego Bricks come mezzo espressivo e ho quindi iniziato a fare copie di quadri celeberrimi, di scene di film, di fotografie famose ed ho anche immortalato momenti della mia vita quotidiana, praticamente un falsario ad ampio spettro.
Tecnicamente queste installazioni vengono realizzate con molta attenzione ai particolari e successivamente fotografate. Con l’atto del fotografare l’installazione in quanto opera finisce di esistere e si riafferma come opera d’arte nell’immagine, testimonianza di tutto il lavoro.
Tutto questo lavoro, nato e cresciuto sul web, ha avuto grazie a questo strumento di comunicazione la sua massima visibilità, sino ad essere ripreso su alcune testate nazionali (Repubblica) ed internazionali (The Times,The Indipendent, The Daily Record)
Fedeltà all’originale, scelta di opere molto celebri, enfatizzazione del colore, ironia, provocazione contemporanea, tutto questo è il mio lavoro.”





07/11/2007 │ Mostra Dolceacqua

“Luci e ombre” mostra di fotografia creativa digitale.

18/08/2007 │Quotidiano Repubblica

I Lego non sono solo un gioco da bambini, sono arte pura. Lo dimostrano i lavori di Marco Pece, che con lo pseudonimo di "udronotto" mette sul sito di condivisione foto flickr. com riproduzioni di grandi capolavori, interamente realizzate con i mattoncini e i personaggi Lego. Così il "Quarto Stato" di Pellizza da Volpedo diventa una marcia di pupazzetti, ma con la stessa forza rivoluzionaria. E che dire della "Gioconda", che non perde il sorriso enigmatico, o i Blues Brothers e l'"Ultima Cena" di Leonardo. L'artista italiano è molto noto in Gran Bretagna, dove le riviste di arte gli hanno dedicato articoli entusiasti. Foto dall'home page su Flickr.
Articolo Repubblica


13/08/2008 │ The Times

The Arts online
Building Blocks

Other may have consigned Lego to their childhood, but the Italian artist Marco Pece uses the little plastic bricks and figures to imitate fine art.
He post his work on Flickr under the pseudonym Udronotto, and re-creations include Leonardo’s The Last Supper and the Mona Lisa, and , perhaps best of all, an intricate take on Edward Hopper’s Nighthawks at the Diner (above).
Standing out from his more standared artistic oeuvre, his Lego work is both cute and ingenious.
Olav Bjortomt


31/07/2007 │ Rivista mensile Pocket

Nella galleria degli artisti trova posto anche un italiano. Marco Pece è un ex bancario che passata la boa dei cinquant’anni ha riscoperto l’amore per i Lego. Lui si definisce un dilettante, ma non nega che il riscontro ottenuto dalle sue sculture è superiore alle aspettative.
Dipinge anche, ma le opere di mattoncini sono di gran lunga le più apprezzate dai visitatori del suo sito (www.flickr.com/photos/udronotto).
«In realtà è tutto iniziato per caso – racconta – a casa ho ritrovato dei vecchi Lego di mia figlia e, incuriosito dai lavori di artisti stranieri, ho provato a importare quest’esperienza anche in Italia».
Il risultato è una serie di sculture, prima realizzate, poi fotografate, poi distrutte, ispirate tanto ai maestri della pittura quanto a film celebri. Ma non mancano le opere più personali, con gli episodi più emozionantidel suo passato, compreso il matrimonio, raccontati attraverso i Lego. Pece si schermisce dicendo che è tutto un gioco, l’arte è un’altra cosa. Vogliamo scommettere che ha torto?
Germano Morosillo

26/07/2007 │ The Sun

HERE’S a good way to BUILD an art collection.
Italian artist Marco Pece, 54, has recreated some of Leonardo Da Vinci’s greatest works using LEGO.
He’s done the Mona Lisa and the Last Supper among others.
More recent works copied include artist Edward Hopper’s 1942 Nighthawks painting.
Marco also tackled famous movie scenes — like The Blues Brothers and The Graduate.
They look real block-busters.
G. Oshea

25/07/2007 │ The Independent

Leonardo da Vinci’s Last Supper may have been the High-water mark of Italian Renaissance. It may beguiled art historians and philistines alike with its bold play of perspective and scale. And it may ingeniously convey a complex story in a single image. But haven’t you always though it had something missing?
Thankfully Marco Pece- a-54-year old artist from Turin- has provided it. His Lego homage to The Last Supper gives the crumbling 15th-century mural in the refectory of Milan’s Santa Maria delle Grazie fresh meaning. The characters in this biblical image become, in every sense, three-dimensional. Anc through the disciples visible joins-stick-on hair- dos and costume beards – we are made aware of their frailty.
Leonardo is not the only artist made to look lumpen by Pece. Other masterworks to have been improved through his use of Lego include Jack Vettriano’s Bluebird at Bonneville, Edward Hopper’s Nighthawks, and another Leonardo: Mona Lisa. Pece also recreates well-know film moments – the chapel scenes in The Blues Brothers and The Graduate.
Lego has been available as an artistic tool since 1949, when the Danish company started manufacturing ”automatic binding bricks”. But this came too late for Leonardo. It came too late for Hopper, too, who painted Nighthawks in 1942. But Vettriano, a child in the early days of Lego, ought to hang his head.
Ed Caesar

25/07/2007 │ Daily Record

Paint it block: Pece’s version of Bonneville is uncanny, while is Mona Lisa casts an enigmatic eye, right.
JACK VETRILEGO
Some say artist Jack Vettriano’s work is for blochheads. And here’s what it looks done by someone obsessed with blocks – Lego blocks. Vettriano’s Bonneville, depicting one of Sir Malcom Campbell’s world speed records, has been lovingly recreated by Italian Marco pece. Pece. Who posts his work on the internet photo- sharing site Flickr under the alias Udronotto, has also done version of other famous painting and film scenes. They include the Mona Lisa, right, and scenes from The Graduate and The Blues Brothers. And they certainly come cheaper than the real Bonneville – expected to sell for up to 600,000.

07/02/2007 │ Mostra Bologna

“Sguardi sostenibili” mostra fotografica collettiva – immagini selezionate da Berengo Gardin